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DJ ANA LAURA RIBAS
Da valletta a dj

Ana Laura Ribas arriva in Italia dal Brasile nel 1989 come la modella.
Da “Telemike” a “Paperissima” a velina a “Striscia la Notizia” nel 1992 non si è mai fermata. Dal 1994 al 1998 si impone accanto a Iva Zanicchi ad “Ok, il prezzo è giusto”. Nel 2007 fa il su ingresso in radio a RTL 102.5 dove ha condotto con Charlie Gnocchi “W l’Italia - No Problem” e “Shaker” e “Pop Around the clock” con Luca Dondoni.

Ana Laura parlaci dei tuoi inizi...
Ho iniziato in Brasile facendo la presentatrice in un programma per ragazzi. E infatti sono cresciuta con il pallino della televisione.

In Italia come sei arrivata?
In Italia sono capitata per caso facendo una campagna pubblicitaria brasiliana, pensando di rimanerci due mesi. Mi sono subito entusiasmata per questo paese spettacolare. Dopo vent’anni passati in Italia e aver viaggiato molto, posso dire con certezza che la qualità di vita italiana non la trovi in nessun posto al mondo.
Poi ho fatto un provino per la Fininvest e mi presero a Telemike. All’epoca non avevo capito che mi sarei fermata dieci mesi…Alla fine un programma ha tirato l’altro e ho iniziato a collaborare con Antonio Ricci, con “Paperissima”, “Il Tg delle vacanze”, “Striscia la notizia” e ancora il “Festivalbar”, delle puntate di “Casa Vianello” e quattro stagioni come valletta con la Zanicchi a “Ok il prezzo è giusto!”. Ho fatto molta gavetta sempre aspettando la riconferma, con l’idea che ogni anno potessi ritornare a casa. Una volta se non avevi niente da dire o da dare non ti riconfermavano. E’ un tragitto molto diverso dalle cosiddette star di oggi che nascono improvvisamente dai reality televisivi. Pian pianino ho trovato il mio ambiente in Italia e nelle pause di lavoro prendevo il treno e giravo l’Europa. Non ho mai ambito a diventare famosa, ma a conoscere gente, parlare lingue, conoscere tradizioni e culture diverse. In effetti non facevo una gran selezione per la carriera. Quanto mi bastava per avere il bonifico a fine mese e poter viaggiare!

In un certo senso sei stata la prima valletta “parlante”?
Sì è vero. Non era previsto che la valletta parlasse. Anche in “Striscia la notizia” ero microfonata e parlavo. Ora è impensabile che una velina parli. Facevo un certo effetto agli autori, forse anche perché trovavano buffo e simpatico il mio modo di parlare. Poi quando ho lavorato con Iva Zanicchi è stata l’apoteosi e Iva mi lasciava addirittura guidare alcuni giochi. Era davvero dura farmi stare zitta. Facevo anche un po’ fatica a capire il sistema televisivo italiano. Per cui, alle classiche domande retoriche e a vuoto che il conduttore faceva al pubblico io rispondevo. Mike Bongiorno spesso si arrabbiava per questa cosa (ride).

Oltre al grande Mike, tu hai lavorato con altri tantissimi personaggi celebri, come Raimondo Vianello, Antonio Ricci, Marco Columbro, Sandra Mondaini, Iva Zanicchi, Ezio Greggio, Pippo Baudo. Chi ti è rimasto di più nel cuore?
Mah, nessuno in realtà. Diversamente da quello che si pensa in giro, in tv non si crea un rapporto umano o di amicizia. E’ brutto dirlo, ma una volta che finisce la trasmissione, finisce tutto. E’ tutto molto finto. Se uno deve darti una pugnalata per tutelare sé stesso, lo fa e anche molto volentieri.

Ma tu rivendichi il ruolo della valletta?
Oggi non esiste più la valletta. Esiste una figura che devi mettere lì per far contento qualcuno. Una volta esistevano dei veri e propri provini. Era un ruolo che alleggeriva il programma. Io non mi sono mai sentita sminuita per questo ruolo o usata.

In effetti non pensi che una volta la donna bella in tv fosse più autoironica? Ora il divario è netto: c’è la bella e l’intelligente ironica?
Sì, anche se molto spesso l’ironia è costruita e queste conduttrici, se vengono colte sul vivo, sono molto permalose.

Tu sei sempre stata appassionata di musica e hai inciso cinque singoli. Parlaci della tua esperienza come cantante.
L’ultimo è “La ragazza selvaggia” un pezzo ironico che canto in Italiano con accento brasiliano. Poi ho fatto delle cover in portoghese di pezzi che mi ricordavo dall’infanzia, come “Boogie oogie oogie”.

Ma ti piacciono i classici brasiliani, come Jobim o Toquinho o Jorge Ben?
No. Io sono una brasiliana anomala: non ho sedere, non so ballare il samba e non amo la bossa nova! In generale direi però che amo tutta la musica, anche se adoro la Motown, Stevie Wonder, Diana Ross, Commodores, Jackson Five, Michael Jackson.

Che rapporto hai con il tuo aspetto fisico notevole? E con la moda?
Io mi amo, mi adoro, ma la moda la seguo fino a un certo punto. Sai nel nostro mestiere ti regalano tutto. Compro quando c’è qualcosa che mi piace molto. Mi amo talmente tanto che non sento l’esigenza di essere sempre perfetta. Sono un po’ presuntuosa e mi vedo carina anche quando vado in giro con la tuta, le scarpe basse e i capelli un po’ sconvolti. Ho un ottimo rapporto con me stessa anche quando magari sono fuori forma. Ma c’è da dire che sono anche molto fortunata, perché pur mangiando molto, riesco a smaltire tutto muovendomi poco.

Parlando della tua esperienza all’”Isola dei Famosi”, com’è il rapporto tra persone che vivono così a stretto contatto?
La mia più grande sofferenza non era legata al digiuno o alle condizione igieniche scarse. Il corpo si adatta anche a quello. La cosa più pesante era il rapporto umano. Tutti i concorrenti erano persone carine e in gamba, ma in quel contesto, diventavano delle bestie, perché c’era la gara a chi si faceva notare di più nella fasce di trasmissione più importanti.
Allora poi aveva anche più senso andarci, perché, per esempio, nel mio caso io ho cavalcato l’onda per due anni e c’erano personaggi come Totò Schillaci, Kabir Bedi, Antonella Elia. Oggi si passa subito nel dimenticatoio.

La radio è arrivata per caso?
No, l’ho proprio voluta. Sono andata a propormi all’editore di RTL. Avevo avuto delle piccole esperienze come ospite in alcune radio e mi piaceva da impazzire. Non l’ho cercata perché mi mancava il lavoro in tv. Anzi, era l’inizio del 2007 e lavoravo molto bene. E la mia idea rimane comunque di voler fare tutte e due. Se non ci sono ruoli in tv, faccio quello dell’opinionista che adoro. Per i primi sette mesi tappavo i buchi, facevo tutte le fasce orarie e intanto imparavo. Poi sono stata premiata e mi hanno dato un programma mio. Ho in serbo grandi idee, pensa che ho scritto un format radiofonico tutto mio, e fra le altre cose scrivo per la rivista EvaTremila nella mia rubrica “ARIBA… RIBAS” il meglio e il peggio di Ana Laura Ribas.

Nella tua esperienza radiofonica hai trovato la stessa competizione che c’è in tv?
Non ho mai visto competizione nel mondo radiofonico, anzi. Trovo che ognuno rispetti il mondo dell’altro. Ci sono orari più o meno ascoltati, ma non c’è lo speaker più bravo dell’altro. Ovvio che in queste fasce gli editori mettano i pezzi da novanta. Ma non c’è quello sgomitare tipico della tv. La radio è un ambiente molto sereno e rilassato e, oltretutto, hai il confronto diretto col pubblico. Tu dici una cavolata e ti arriva subito una mail, un sms o una telefonata. E’ un audience vero, non è lo share finto della tv, che è un sistema di previsione ancora imperfetto.

Ma c’è una parte del tuo lavoro che ti manca? Per esempio il cinema, tra l’altro tu hai fatto una piccola parte in “Vita Smeralda”?
Sì ma facevo me stessa, era una piccola apparizione. Di fiction ho avuto una bella esperienza interpretando una ragazza brasiliana sensitiva ne “Il bivio”. Ma non ci ho mai pensato. Io amo “Ok il prezzo è giusto”. Quello è il mio programma. C’è il pubblico. E’ come la radio: il pubblico mi carica!

Ma tu pensi che le brasiliane abbiano una marcia in più in televisione?
Ma no, assolutamente. Forse le sudamericane sono sì più spontanee e spensierate. Sarà anche per  il fatto di essere lontane dalla propria terra. Molte italiane è vero sono un po’ impostate, ma in effetti non saprei. Io sono cresciuta in Italia, non so cosa sia stare in un altro posto. Sono venuta qua giovanissima.

Se dovessi dare a un brasiliano dei buoni motivi per venire a stare in Italia, nonostante la crisi?
La grande amicizia che gli italiani hanno tra loro e anche nei nostri confronti. Siamo sempre popoli latini. C’è un grande amore per il proprio paese, nonostante tutto. L’italiano si lamenta sempre. E poi l’italiano non si ascolta, si parla sopra. Ma è una caratteristica simpatica. Non riuscirei a definire l’Italia in breve. Io amo così tanto il popolo italiano, sono così felice della scelta che ho fatto vent’anni fa. Dico sempre che l’Italia ha scelto me. Sono state una serie di circostanze che mi hanno fatto rimanere e sono fiera di essere rimasta e di essere diventata una persona adulta e matura qui. L’Italia è un paese dove la gente si sacrifica per la famiglia, è fiera della propria tradizione. Ecco per esempio questa cosa non c’è in Brasile, ma perché siamo un popolo giovane non abbiamo storia. Io sono affascinata dalla storia e dalla cultura. Le prime volte che camminavo per Roma, mi commuovevo perché tutto quello che avevo visto nei libri di scuola lo vedevo con i miei occhi. Poi per una che viene da un paese come il mio dove la povertà ti viene sbattuta in faccia ogni giorno, è impossibile non notare che il povero in Italia ha una sua dignità. Dopo vent’anni che vivo in Italia non saprei definirmi brasiliana o italiana. Forse brasiliana di nascita e italiana per scelta?

Ti rompono molto le scatole i giornali e i paparazzi?
Ma, sai, c’è paparazzo  e paparazzo. Io sono amica di tutti e ho un ottimo rapporto con loro. Capita a volte di incontrare il paparazzo troppo ossessionato. In questo caso sono contro. Però i paparazzi hanno diritto di fare il loro lavoro e chi non vuole essere beccato può fare a meno di farsi vedere in posti da vip. Chi si lamenta dei paparazzi sono proprio quelli che non vivono senza i paparazzi, come conduttori, calciatori, cantanti.


(Intervista di Isabella Rotti)

 

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