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DJ PAOLETTA

NEANCHE LA PIOGGIA RADIOATTIVA PUO’ FERMARMI


La partenza è veramente “antica” perché io ho un papà da sempre amante della radio e che in ambito strettamente locale ha fatto il presentatore per feste di carnevale nella provincia di Caserta, a Capua, dove sono nata e cresciuta. Ha fatto la radio per tanti anni, è stato uno dei pionieri in modo amatoriale ma con criterio. Ho avuto questo spirito di emulazione da subito verso il mio papà, quando lo vedevo lavorare mi dicevo : io quello voglio fare.
Era quella la direzione che volevo prendere. A 15 anni guardavo tutti i giorni DJ Television prendendo appunti: mi segnavo tutte le canzoni preferite e la mamma mi chiedeva: “ Perché? Perché scrivi?” Io semplicemente rispondevo: “Mamma mi sarà utile per quando andrò in radio”. E mi è servito molto per crescere, non esisteva internet e i negozi di dischi erano davvero rari a Capua. Esisteva solo radio Capua che trasmetteva principalmente musica napoletana che io non amavo molto.
Ho partecipato ad un concorso a Radio Kiss Kiss che all’epoca era una radio piccolissima regionale dove mi fecero scrivere una storia accompagnata da canzoni che dovevo scegliere io. La più bella sarebbe stata letta dall’autore stesso in diretta. Io vinsi il concorso e lessi questa lettera con una voce improbabile. Incontrai un mio amico che faceva radio a Capua che sentendo la mia voce ne era rimasto affascinato e mi chiese se volevo fare un programma. Io non avevo il coraggio di dirgli che a me non interessava tanto parlare quanto mettere i dischi: io volevo fare la DJ.

Sono quindi entrata in radio ricoprendo una figura più tecnica. Poi una parolina alla volta finalmente ho cominciato a parlare e ho iniziato a condurre questa trasmissione dall’85. Durante le superiori ho condotto ogni domenica questo programma… neanche la pioggia radioattiva di Chernobyl mi fermò. Ci tenevo tantissimo alla mia domenica in radio, nulla, neanche i rimproveri dei miei genitori spaventati dalla radioattività di quell’evento, poterono fermarmi. Così sono andata avanti fino a quando ho preso la maturità. Poi sono andata a Napoli per fare l’università, che mi interessava poco, era più che altro una scusa per avere la possibilità di entrare in una radio di Napoli. Ho mandato una cassetta a Radio Marte Stereo, ovviamente mi hanno scartata ma hanno fatto un errore che mi è servito da trampolino di lancio. Sul palinsesto invece di scrivere il nome della persona scelta hanno scritto il mio e hanno mandato in onda la mia cassettina registrata.. Chiamai in radio per ringraziarli e per chiedere informazioni a riguardo. Parlai proprio con il direttore artistico che non aveva il coraggio di dirmi che mi avevano scartata allora mi fecero andare a trasmettere una domenica pensando che sarei stata una chiavica e che poi me ne sarei dovuta andare. Invece sono andata la domenica successiva e mi hanno tenuta per qualche mese. Io già guardavo oltre pensando a Kiss Kiss. A cui passai dopo poco lavorando con Roberto Pellecchia. Ma io già pensavo oltre: miravo a Milano . Nel 90 passai da Kiss Kiss a Radio DeeJay dopo aver mandato una cassettina con lettera su carta di Mordillo annessa. La cassetta la sentì Jovanotti in persona che chiese a Caudio Cecchetto di farmi fare un provino. Il giorno dopo mi chiamarono per fare il provino. Per me stare lì nel mio sogno e vedere tutti i miei idoli tutti in una volta tutti insieme era da febbre. “Ti devi trasferire a Milano tu dalla prossima settimana sei in onda.” E’ una frase che non dimenticherò mai. Dalle 10 a 12 ero in coppia con Linus.. per me era il massimo. Ho scelto Deejay tra tutte perché volevo venire a Milano e lavorare in un network e DeeJay era veramente giovane, un esplosione negli anni 90. Nasceva la moda dei dj nei locali come special guest. Ed era sconvolgente all’inizio perché arrivavo nei locali stracolmi e la gente si aspettava da me musica adatta alle femminucce…io usavo la tecno e la hard house.. io li spettinavo tutti quei poveretti! Non ero la classica mascolina aggressiva ma una vera donna con le tette e la minigonna che pompava musica vera. All’inizio ho fatto fatica a conquistarmeli. Poi ho acquistato sicurezza in me e ho imparato a mettere dei pezzi più facili all’inizio per poi andare a crescere. Ho suonato nei locali dal 90 fino al 2006 quando sono passata a 101. In 16 anni ho suonato ogni fine settimana. Poi sono passata a 101 perché volevo lavorare nel quotidiano e per due anni ho cercato di adattarmi ad una realtà che però era troppo lontana da me. E così ora eccomi qui a RTL…dove finalmente posso dire di essere a casa. Il gruppo di lavoro è per me sia una grande famiglia che un’importante azienda ed è pazzesco come questo si percepisca poi nell’equilibrio che si respira. E stando bene sul lavoro si riesce a dare il massimo. Con i colleghi in generale ho sempre avuto rapporti ottimi. Ora lavoro col Conte Galè che è una persona eccezionale. Mi piace dire che è una persona che ha garbo. E ce ne sono poche in giro! Io la mattina mi alzo leggo il giornale e scelgo la notizia di cui parlare con lui in onda. Poi lui pensa a condirla con la sua ironia. Riusciamo quindi a comunicare con irriverenza parlando di gossip e non solo. Mi accorgo di quanto sia cambiato il modo di fare Radio.

La comunicazione è al centro di tutto, non si raccontano più le vite degli artisti o se si fa è in modo marginale. Ora noi DJ sposiamo la causa della radio, la sua filosofia, la sua direzione. Seguiamo la sua programmazione e ne costruiamo attorno la giusta comunicazione. Ma è la legittima evoluzione del media questa…non potrei pensare di fare ancora il lavoro che facevo a Radio Capua. La radio è diventata di contenuti…e la musica si racconta. E poi credo che ormai una radio debba scegliere una direzione che la caratterizzi e i Dj servono a rinforzarla, seguendola. Invece credo molto nel rapporto tra radio e internet che è un mondo che io ho scoperto relativamente tardi. Sono rimasta senza fare radio per due mesi e mezzo nel passaggio da radio 101 a RTL e aprire un blog mi è servito come tramite con i miei fan. Nato come un diario ora è diventato un punto di incontro, con tanto di inciuci, raduni almeno una volta al mese. Ho organizzato incontri reali con la gente che mi seguiva e continua a farlo e questo è umanamente incomparabile. Abbiamo fatto una gita in Alto Adige dove avremmo dovuto fare una fiaccolata. A causa delle valanghe non ci hanno permesso di usare il gatto delle nevi per portare in cima dei ragazzi disabili. Loro sarebbero dovuti rimanere in hotel mentre noi ci facevamo la fiaccolata? Neanche morti. Muniti di ciaspole li abbiamo trainati noi sulle slitte. Non esiste più quella distanza che la serata in discoteca creava sia fisicamente, perché eri dietro ad una consolle sai a livello comunicativo. Il mio blog ha creato una community davvero speciale di persone che ora si incontrano anche al di là dei raduni che organizzo. La casa rosa ma oramai è un vero e proprio condominio! Il rapporto con il pubblico è fondamentale ma non mi piace definire ascoltatore la gente che mi segue…sono persone punto e basta…con le quali poter comunicare.

Certo di esperienze spiacevoli ne sono successe con i fan! Nel ‘96 facevo una trasmissione di notte e quando alle 4 tornavo a casa trovavo sempre un bigliettino minatorio sulla porta. La polizia non avvistò mai il persecutore ma una sera lo beccai io e vidi che entrava nel portone accanto al mio. Poi più nulla. Un’ altra volta un ragazzo continuava a mandarmi
lettere di gelosia chiedendomi il perché io non volevo più parlargli. Arrivò anche sotto casa mia a implorarmi di parlare. Io gli parlai…ed era proprio fuori. Pensava che io l’avessi lasciato. Povero…mi fece riflettere sull’influenza che hanno i media sulla gente…figurati su chi ha problemi del genere.
Noi comunichiamo e lo facciamo a milioni di persone dobbiamo essere in grado di saperlo fare e di cercare di capirne le conseguenze. Io cerco sempre di documentarmi il più possibile, di leggere, di essere curiosa di tutto. Fare questo mestiere vuol dire mettersi continuamente alla prova. La competizione non esiste se non la si crea. Tutto sta nel capire le proprie potenzialità e confrontarle ad un ipotetico collega. Io spesso mi chiedo: perché dovrebbero prendere me per quella trasmissione? Cosa posso dare che ancora manca. E allora poi ci lavoro sopra. C’è chi vive l’evoluzione passando da un media ad un altro e passa in TV e ci si trova bene…io il mio eclettismo me lo gioco tutto in radio: la tv non fa per me. Perché quello che amo veramente è fare la Radio.. Da sempre!

 

 

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