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DJ ZAC

Ho iniziato ufficialmente nel 1984, in una radio locale salentina, la mia terra natale; poi dopo alcuni anni nelle radio di provincia mi sono spostata a Roma: il mio obiettivo era la Rai, ma la prima volta che mi hanno chiamata avevo sì e no 18 anni e loro si sono guardati e mi hanno detto: dovresti fare un pò di gavetta. Prima era necessaria, a differenza di adesso, e così sono entrata a Radio Luna, il primo vero network italiano.
Poi però in Rai ci sono entrata, alla fine, nel 1995, dopo quasi sette anni di attesa (dovuti anche all’invidia di qualche collega donna già inserita nell’ambiente che non voleva la mia concorrenza), e ho iniziato a fare il pomeriggio di Radio 2. La stessa cosa di Baldini e di Fiorello, ma prima di loro: devo dire che con pochi mezzi siamo riusciti a mettere insieme un bel programma, ed è un’esperienza che ricordo con piacere perchè ero con un altro ragazzo proveniente come me da situazioni di radio locali, e strano ma vero ci hanno dato del tutto carta bianca, e quindi abbiamo dato quello che sapevamo dare. Per 5 ore e 40’ tutti i pomeriggi. Un bel lavoro, che ha dato i suoi risultati: sono rimasta intorno ai 3 anni a Radio 2, anche se è difficile fare il conto perchè allora i contratti in Rai funzionavano in maniera particolare, non potevi lavorare per più di sei mesi di seguito come collaboratore perchè altrimenti erano costretti ad assumerti, dunque in un anno potevi trovarti ad aver firmato anche quattro contratti. Non so se funzioni ancora così, comunque Radio Rai è un ambiente completamente differente rispetto alle realtà private, è in tutto e per tutto un ministero.

Poi ho fatto anche alcune cose in televisive, ma non mi è mai piaciuto molto: preferisco di gran lunga il lavoro dietro le quinte, un lavoro più d’autore, ma anche più tecnico, di montaggio, la parte tecnica non mi spaventa affatto, anzi forse ho una certa predisposizione, cosa di solito molto rara nelle donne che fanno questo lavoro. Forse ho questa particolare elasticità mentale perchè iniziando in radio locali dove dovevi per forza di cose fare tutto tu, mandare la pubblicità, far partire effettivamente il disco, montare le interviste con le bobine eccetera, mi sono buttata e ho imparato a gestire anche questo tipo di attività: oggi è diverso, ci sono i computer e si usano quelli. Ricordo che la prima intervista che ho montato, proprio con le bobine, era a Chaka Khan: un lavoro immenso, perchè ho dovuto prima tradurre tutto dall’inglese e poi attaccare (fisicamente!) i vari spezzoni per creare il dialogo finale...quanto tempo! Adesso di interviste ne ho fatte tante, potremmo dire che sono la mia specialità, la cosa che mi viene meglio: il mio collega in Rai mi prendeva un pò in giro per questo, perchè ero un pò la maestrina della situazione, sempre preparatissima e precisa, quella che sapeva le date e i numeri, e infatti ho sempre seguito anche le classifiche. Tornando alle interviste, dicevo che ne ho fatte molte ormai, però mi emoziono sempre molto, e sono anche piuttosto umorale, quindi se mi trovo davanti una persona che non parla, o è scorbutica, mi mette comunque in difficoltà: per esempio di recente ho avuto diversi problemi con un’intervista a Kid Rock, dove stava quasi per scattare la rissa. Capita, a volte, di trovarti davanti qualcuno che non ha nessuna voglia di raccontarsi, e tu - che sei lì per fare il tuo lavoro e portare qualcosa a casa - devi letteralmente tirargli fuori le parole di bocca.

Mi è successo spesso, anche con Mary J. Blige, con Pharrel Williams...ma quel giorno con Kid Rock è stata una vera tragedia, perchè la sera prima quelli della casa discografica l’avevano portato in giro per locali milanesi al ritmo di musica dance e techno, quindi già era partita male, poi la mattina lo avevano fatto svegliare alle sei...morale: quando sono arrivata io a metà mattinata era intrattabile. Inizialmente mi è crollato un mito, perchè lui è un personaggio che seguo da sempre e che mi piace: era un continuo dire parolacce e ripetere che non sarebbe mai più tornato in questo schifo di paese. Devo dire però che poi, a un certo punto, a differenza di altri, ha detto: “Ok, ricominciamo da capo”. Si è preso un caffè, ha fatto un bel respiro ed ha finto per tutta l’intervista (che quindi sono riuscita a fare!) di essere l’uomo più felice e rilassato del mondo. Ho comunque anche molti ricordi positivi da questo punto di vista: a parte Vasco Rossi, il mio primo intervistato in assoluto e che ha quindi un posto speciale, una persona che ci tengo a intervistare ogni volta che posso è Laura Pausini, perchè parla molto, non serve chiederle tante cose, ed è davvero disponibile e simpatica. In generale, poi, devo dire che fare interviste è proprio una cosa che mi piace: è un’opportunità di stare con il cantante, famoso o meno che sia, e scoprire delle cose, nel bene e nel male ovviamente. Puoi rimanere completamente deluso, oppure, come con Battiato, stupirti di come una super star di questo livello sia capace di metterti totalmente a tuo agio e farti passare la paura di trovarti davanti a un personaggio così. Perchè io la paura ce l’ho ancora, eccome: anche in radio, quando faccio qualcosa di nuovo lo vivo sempre con un certo pathos.

Adesso sono anni che sto a 105, una delle poche radio che lascia ancora degli spazi dedicati a generi musicali specifici, come quello che conduco io la domenica sera: due ore, dalle 21 alle 23, totalmente autogestite, dove la musica il soul, l’hip hop e la musica black fanno da padroni. Mi sono specializzata in questo genere musicale fin da quando ero ancora a Roma, è un qualcosa che mi appartiene, e ogni settimana seleziono personalmente una playlist diversa, che poi pubblico anche sul mio blog sul sito di 105, per i miei ascoltatori.
Nel resto della settimana seguo sempre la fascia serale, ormai da quando sono a Milano sono diventata quella della sera:dicsicuro proprio per il tipo di musica che proponevo fin dall’inizio, nella ormai defunta Station One, che - diciamolo -si lega molto meglio con questo orario. In settimana organizzo il mio programma come un contenitore, dove metto le interviste, le classifiche...e le notizie. Io sono un’appassionata di notizie, vado a cercarle nelle agenzie di stampa e faccio una rassegna stampa ogni sera, cercando quella cosa un pò curiosa o quell’aspetto divertente di notizie legate alla musica in senso molto ampio: esempi...non saprei al momento, devi ascoltare e vedrai!
E poi, proprio perchè vado a prenderle direttamente alla fonte, ho dalla mia il vantaggio di poter raccontare in anteprima delle notizie che i giornali pubblicheranno solo il giorno dopo.
Mi piace seguire ogni aspetto del programma, e quindi lo faccio con passione: ciò che invece non mi piace, o che non mi sento capace di fare, proprio non lo faccio. Sono così. Per questo non faccio più la dj nei locali, e non ho nessun interesse ad apparire in televisione: ci sono tanti miei colleghi che fanno entrambe le cose, e anche molto bene magari, mentre io non ne voglio assolutamente sapere...sarà per questo che sono la più povera della mia categoria?
Scherzi a parte, a me è sempre piaciuto fare radio: è un mezzo che trovo affascinante, capace di darmi ancora emozioni e sensazioni forti: se potessi tornare indietro rifarei questa scelta...magari con un pò meno gavetta!


( Intervista di Irene Roghi )


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